Giorgia e Claudia, un’ amicizia molto umida (FOTO HD) Non per bacchettoni

Mi chiamo Giorgia, e sono a Roma con tre amiche da due settimane. Dopo la laurea abbiamo voluto regalarci questo tempo di relax, un mese in una casa in affitto, a maggio, nella città più bella del mondo. Ci conosciamo da sempre, siamo molto affiatate e tra di noi non esistono segreti. Ieri siamo state in giro tutto il giorno, monumenti, shopping, relax al sole. Clima di gioco, schiamazzi, pettegolezzi, risate a crepa pelle: potrei quasi dire che è stata una di quelle giornate indimenticabili, una di quelle che richiama i vecchi tempi in cui eravamo spensierate ed ingenuamente libere da ogni pensiero.


Quando siamo rientrate a casa mi sentivo distrutta. Abbiamo fatto una gara di velocità per le scale per chi dovesse aggiudicarsi il divano in cucina e, grazie al cielo, sono stata la più veloce! Mi sono stesa a pancia in giù e, per non dover dividere il posto con le altre, ho fatto finta di addormentarmi di botto, come fanno i bambini per gioco. Le altre non l’hanno presa bene, hanno preso ad insultarmi per farmi sentire in colpa, gridandomi contro che ero una disonesta, dandomi qualche sculacciata, qualche spintone, facendomi un poco di solletico, mentre io con gli occhi chiusi e un sorriso che non riuscivo a trattenere, tentavo di rimanere immobile. Dopo qualche minuto si sono arrese, e a quel punto finalmente mi sono riuscita a rilassare davvero.
Naturalmente loro hanno iniziato a punzecchiarmi con discorsi sconvenienti, tentando di farmi cedere e risvegliarmi da quel finto sonno. Ma io ormai ero troppo calma e quasi dormivo davvero. Claudia, ad un certo punto, ha detto: “Basta, ora fatemi vedere quanto resiste a questo..” e così ho sentito infilarmi qualcosa tra le gambe che tenevo strette.

Momento di tensione! Io non mi muovevo, ero quasi tra le braccia di morfeo, ma comunque ho avuto quasi un sussulto. “Ma che fai, sei pazza?” ha detto Anna, ma poi silenzio. Sentivo qualcosa di piatto, qualcosa di freddo. Era un cellulare! Dopo pochi istanti ha iniziato a vibrare, io in un primo momento ho avuto qualche brivido ma poi non sono riuscita a fare a meno di rilassarmi ancora di piu, sogghignando dentro di me perché sapevo che anche questo tentativo sarebbe stato per loro vano. Loro se la stavano ridendo, probabilmente si scoprivano incuriosite da quelle mie reazioni. Nel frattempo non nascondo che il piacere mi stava portando via con se, e il mio respiro si stava facendo pesante. Ad un tratto Lorena ha detto: ” ma vedi un poco questa puttanella, col vibratore, sul divano, da spettacolo!”. Con quelle parole mi sono sentita sprofondare; l’orgoglio mi richiamava una risposta dal profondo che non riuscivo a trattenere, ma l’istinto ha inibito quel bisogno soffocandolo. Mi accorgevo che stavo perdendo il controllo, mi sentivo troppo imbarazzata per mostrarmi sveglia, quindi ho tentato di tenere in piedi in gioco. Il telefono smise di vibrare ed io ho tirato un sospiro di sollievo. Sudavo, emanavo odore di ormoni pazzi, il mio respiro era irregolare e lo era anche il battito del mio cuore. Anna a quel punto sembrò essere arrivata al limite: “Basta, voglio proprio vedere se continua a dormire anche con questa davanti al viso”. Io non vedevo nulla, quindi potevo solo attendere e scoprire a mie spese cosa intendessero fare di me. Sentivo risate sommesse, ghigni silenziosi; l’atmosfera mi incuriosiva ed impauriva allo stesso tempo. Dopo qualche secondo ho sentito il suono di scarpe che erano andate a terra, poi sono stata raggiunta da un odore fortissimo ed inconfondibile, era quello dei piedi, di Anna molto probabilmente. Che schifo, ho pensato, e subito la mia eccitazione ha subito diversi passi indietro. Il piede di anna era a pochi millimetri dal mio naso, sentivo un misto di sudore, cuoio, pelle ed acido. Non potevo di certo non respirare, quindi ero costretta a sopportare quel tanfo tremendo. Tentando di cedere alla ripugnanza, cercavo delle associazioni ad odori noti, pensavo a quello della colla per il legno, pensavo all’odore di benzina, poi a quello del formaggio. Non sono riuscita a trattenere a lungo l’espressione del mio viso, e la forma che ha assunto penso sia stata simile a quella che si assume quando si assaggia un limone aspro. Loro ridevano di gusto questa volta, ero la loro zimbella e mi stavano umiliando. Qui l’eccitazione stava tornando a salire vertiginosamente e stava raggiungendo le stelle. Il cuore era a mille, il mio volto si rilassava, e stavo iniziando a respirare a pieni polmoni adesso, dilatando persino il naso, muovendo la testa, stringendo forte coi pugni la coperta del divano. Stavo dando spettacolo, e ormai non riuscivo di certo a farci tanta attenzione.
Il piede ad un tratto mi è stato strofinato sul viso, mi ha schiacciato il naso, e quell’odorore non mi dava più fastidio, mi possedeva. “Chissà che sta sognando, qui Giò è finita in un sogno erotico! Ho un’idea” disse Anna ridendo a bassa voce “toglietevi le calze e mettiamole tutte davanti al suo naso!”. O cavolo, qui si mette male, pensavo, ma non potevo di certo alzarmi ed andare via, infondo era meglio far finta che stavo subendo tutto quello nel sonno visto che ormai loro ne erano convinte! Sentii prima un odore simile al precedente, quindi penso si trattasse delle calze di Anna, poi si è aggiunto quello di scarpe da ginnastica consumate, che dovevano essere quelle di Claudia, col classico odore di muffa ed un accento di odore saturato di pelle, un odore che se non così accumulato è anche piacevole, ma che in queste condizioni era diventato soffocante, ve lo assicuro. Mi stavo domandando per l’ennesima volta per quale motivo Claudia fosse tanto affezionata a quel paio di scarpe! In questo caso, pensavo, avrei diritto ad una valida risposta! Infine arrivò quello di Lorena, che quel giorno indossava uno stivaletto in pelle, e che senza ombra di dubbio, era il meno fastidioso: sudore di pelle pulita, misto al dolce odore di borotalco ormai evidentemente impastato col sudore. Ridevano e ridevano.
Io respiravo a fondo, ero in estasi. Il risultato di tutti quegli odori mi faceva sentire dentro le scarpe di decine di donne, non ai loro piedi ma proprio a contatto con essi. Pensavo ai loro ormoni impazziti quando vedono un uomo, alla risposta che la loro pelle sa dare. Pensavo alle mille calze dentro un bidone della biancheria usata, immaginavo le loro calze dal colore di sporco, che conserva la forma del piede. In quel momento mi sono sentita a contatto con l’odore del loro sudore, e mi piaceva immaginarlo e assaporarlo fino alla più flebile sfumatura. Sentivo che quella fragranza era il risultato di mille sensazioni che solo noi donne sappiamo provare; pensavo al massaggio aggradante che posticipa una giornata di lavoro, di università, tra le fatiche e i mille sentimenti; pensavo a quando in autobus, in macchina, in treno o in aereo di nascosto ognuna di noi tenta di trovare sollievo togliendosi le calzature, pensavo ad un pomeriggio al tramonto in un parco quando ci si libera delle scarpe, pensavo alle calze indossate durante l’amplesso, pensavo al sudore delle ascelle, con odore dolce e mai asfissiante, pensavo alle mille magliette usate in estate, pensavo a… Dopo qualche istante il telefono che avevo tra le gambe ha ripreso a vibrare. Ero rossa, fuoco, in preda agli spasmi. Sudavo, e avevo delle convulzioni indicibili. Che figura che stavo facendo, che orrenda figura. Mi facevo schifo da sola! Quell’odore si stava impossessando di me; intanto qualcuno mi spingeva le calze proprio sotto il naso e io assecondavo involontariamente quel gesto memtre mi intorcevo aspirando a fondo e ansimando di brutto. Che dire, dopo qualche minuto ho raggiunto l’orgasmo, e in quell’istante non ho sentito più niente perchè ho sentito tutto, mescolato in un vortice che mi trasfinava dentro e fuori la mia anima, dopo tutto forse ancora molto sconosciuta. Sembrava mi fossi fatta addosso la pipì per quanto mi ero bagnata, una cosa mai provata prima! Tenevo chiusi gli occhi ma era evidente che non stavo dormendo, ed in pratica sono apparsa agli occhi delle mie compagne come una ossessa masturbata in pubblico fino all’orgasmo! A quel punto, ancora piu sfinita, sono veramente crollata nel sonno profondo, tutta bagnata e sudata, con le ragazze che non smettevano di ridere! 

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